Dalla preziosa collaborazione con Daniela Tonazzolli, in arte @the_cattanis nasce il primo articolo della rubrica “Strumenti Educativi” un indispensabile vademecum per genitori, nonni, educatori, studenti e operatori del settore infanzia.
Daniela Tonazzolli è educatrice e mamma di due bambine: Sofia e Olivia.
Il suo stile educativo è un mix degli approcci che predilige, spaziano dal metodo Montessori al Reggio Emilia Approach, e raccolgono preziosi spunti nei modelli educativi conosciuti all’estero specialmente nei paesi in cui ha vissuto: Olanda, Austria e Inghilterra. Daniela crede fermamente che gli estremismi non siano una buona scelta nella vita, per questo il suo pensiero educativo è pieno di spunti teorici e pratici di molteplici autori.
Nella mia quotidianità, con le mie bambine, cerco il più possibile di discostarmi da modelli educativi rigidi e severi. Per me un’altra educazione è possibile, ma può esistere solo accompagnata da un continuo lavoro di riflessione su noi stessi e sul nostro ruolo di genitori ed educatori.
Daniela Tonazzolli
“Il bambino non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere.”
François Rabelais
Quando i bambini imparano a sedersi, all’incirca dai sei mesi in poi, cominciano a vedere il mondo da una nuova prospettiva diversa, osservano molte cose che prima gli erano invisibili. Tutto ciò è eccitante ma può anche essere frustrante, poiché i bambini notano oggetti e attività che spesso sono fuori la loro portata. Per assecondare questo desiderio di scoperta l’adulto può introdurre all’interno dello spazio di gioco del bambino il “cestino dei tesori”, un importante strumento educativo che offre al bambino uno spazio di esplorazione sensoriale alla sua portata.
Il concetto di Cestino dei tesori e’ stato inventato da Elinor Goldschmied negli anni novanta. Ultimamente molti fanno confusione attribuendo la maternità del cestino a Maria Montessori, sebbene non ne sia la diretta inventrice, esso è stato adottato dal metodo Montessori proprio per la sua efficacia e innovazione educativa. E’ un’idea semplice ma profonda: offrire “il Mondo”, che il bambino non può ancora esplorare, in un cestino. I materiali proposti all’interno del cestino sono definiti “vivi” essi sono per la maggior parte di origine naturale, questo per offrire al bambino un ampia esperienza sensoriale, in contrapposizione con la tendenza attuale del “giocattolo in plastica” vero protagonista dei prodotti venduti oggi per la prima infanzia
Elinor Goldschmied afferma: “quando pianifichiamo la dieta di un bambino, prestiamo grande attenzione al suo menù, offrendo la gamma e la qualità essenziali per la sua nutrizione quotidiana e la sua rapida crescita. Ma che dire della sua dieta mentale, che alimenta la sua capacità di usare occhi, mani e bocca in attività concentrate? ”
Il cestino del tesoro permette ai bambini di:
• esplorare oggetti naturali, trame e colori, usando tutti i sensi
• sviluppare attenzione e concentrazione
• esercitarsi e perfezionare il controllo motorio e coordinazione occhio / mano • fare scelte semplici e sviluppare preferenze
• esplorare e sviluppare schemi di sviluppo o di modi di apprendimento.
Il Cestino dei tesori contiene una raccolta di oggetti che sono solitamente naturali o realizzati con materiali naturali, oggetti di uso comune che si possono trovare nelle case dei bambini. Elinor Goldschmied consigliava di inserirne 80-100.
Ciò consente loro di esplorare le trame, il gusto, l’olfatto e il suono degli oggetti, non solo il loro aspetto.
Una volta che osserverete il vostro bambino interagire con il Cestino dei tesori noterete immediatamente la forza di questa attivitá.
I bambini sono spesso assorti nel gioco, possono concentrarsi su di esso per lunghi periodi di tempo selezionando, maneggiando, esplorando gli oggetti con il loro corpo. Il Cestino è solitamente fatto con materiali naturali come vimini, rafia o corda. Ha un fondo ampio e un’apertura abbastanza larga da consentire ai bambini di raggiungere gli oggetti senza difficoltà. Deve essere abbastanza stabile e forte da reggere il peso del bambino poiché capita spesso che ci si appoggino con le braccia sul bordo, inoltre non deve essere troppo alto per permettere al bambino di accedervi in autonomia.
Elinor Goldschmied raccomandava un cestino di circa 35 cm di diametro e circa 12 di altezza.
Durante il gioco capita spesso che i bambini piccoli cerchino di mantenere un contatto visivo con l’adulto, Elinor Goldschmied identifica quello sguardo come “compagnia amichevole e ancora affettiva” .
Durante il gioco i bambini hanno la possibilità di essere indipendenti, spesso impegnandosi per lunghi periodi con gli oggetti nel loro cestino e sicuri nella consapevolezza che un adulto si trova nelle vicinanze. Gli adulti dovrebbero essere attenti durante le sessioni del cestino del tesoro, ma non intervenire, tranne per garantire la sicurezza, e dare risposta allo sguardo e agli input del bambino.
I Cestini dei tesori possono essere proposti anche ai bambini un pó più grandi, anche dopo che iniziano a camminare e fin quando essi mostrano interesse. Possono essere di varie forme e dimensioni, con divisori o non. L’importante é ripensare, aggiornare il loro contenuto in base alle competenze dei bambini.
Per i bambini più grandi è un importante mezzo di supporto degli schemi di sviluppo. Gli schemi sono generalmente descritti come modelli di comportamento generalizzati, comportamenti ripetuti che osserviamo mentre guardiamo i bambini giocare e indagare su ciò che li circonda.
Gli schemi non appaiono in un ordine particolare: alcuni bambini mostrano di avere più schemi diversi contemporaneamente.
Ecco alcuni esempi di schema di gioco che si possono osservare nei bambini più grandi dai 18 mesi in poi:
•trasporto (trasportare oggetti da un luogo all’altro)
•posizionamento (posizionare degli oggetti con attenzione)
•orientamento (rotazione e posizionamento degli oggetti)
•orizzontalità, verticalità, diagonalità, circolarità (nelle costruzioni, disegno)
•recinzione, creazione di recinzioni con blocchi, recinti, e contenimento mettere le cose in sacchetti, impacchettare cose
•rotazione (girare chiavi, manopole, rubinetti)
•connessione (unendo le cose insieme)
•ordinamento
I bambini con disabilità o con bisogni educativi speciali possono trovare nel cestino dei tesori una fantastica risorsa da esplorare. Non c’e giusto o sbagliato, ogni oggetto non ha il manuale di istruzioni . Sia che il bambino abbia una moderata o severa disabilità fisica o difficoltà nell’apprendimento, l’uso di una piccola collezione specifica di oggetti può aiutare a soddisfare specifici bisogni sensoriali o di manipolazione.
In ultimo, ma non meno importante, gli oggetti del cestino dei tesori devono essere controllati e puliti regolarmente. Gli oggetti rotti o rovinati devono essere rimossi e/o sostituiti.
Per chi fosse interessato, c’è un meraviglioso filmato in “Discovered Treasure”, in cui si vede Elinor Goldschmied mentre parla del suo cestino. In alternativa, su youtube si può ancora trovare: “I don’t need toys”, un filmato creato da Elinor Goldschmied e Anita Hughes dove spiegano l’importanza del cestino e del gioco euristico.
Piccola curiositá, non molti sanno che nella primavera del 2018 è stato ritrovato il cestino dei tesori personale di Elinor Goldschmied. Alcuni oggetti sono stati persi e altri si sono rovinati, ma i ricercatori sono riusciti a salvarne circa una sessantina. Danno un’idea all’osservatore della varietà di oggetti che Elinor aveva collezionato, e con i quali i bambini hanno giocato. Questo cestino è stato donato dalla famiglia Goldschmied al Froebel Trust, e potete ammirarlo all’università di Roehampton.